Una macchina da gol nel 1970, e uno degli eroi dimenticati
Quando si parla di leggende del calcio brasiliano, nomi come Pelé e Zico dominano la conversazione. Ma che dire di Jairzinho, l’inarrestabile ala destra che ha lasciato un’impronta indelebile nel Mondiale del 1970?
Chi era Jairzinho?
Jair Ventura Filho, meglio conosciuto come Jairzinho, nacque il 25 dicembre 1944 a Rio de Janeiro, Brasile. Cresciuto nel Botafogo, uno dei club più prestigiosi del paese, Jairzinho si distinse presto per la sua velocità fulminante e la sua abilità nel segnare da posizioni improbabili.
Ma cosa lo rendeva davvero speciale?
Oltre alla sua velocità, Jairzinho possedeva una forza fisica impressionante e una tecnica raffinata, che lo rendevano quasi impossibile da fermare una volta lanciato verso la porta avversaria.
Il Mondiale del 1970
Il Mondiale del 1970 in Messico è ricordato come uno dei tornei più spettacolari nella storia del calcio, e Jairzinho ne fu uno dei protagonisti assoluti. La squadra brasiliana, ricca di talenti come Pelé, Tostão e Rivelino, era una delle favorite alla vittoria finale, ma fu l’apporto di Jairzinho a fare la differenza.
Come riuscì a segnare in ogni singola partita del torneo?
La risposta sta nella sua incredibile capacità di essere sempre nel posto giusto al momento giusto, unita a una freddezza realizzativa fuori dal comune. Jairzinho segnò 7 gol in 6 partite, inclusa una rete nella finale contro l’Italia, contribuendo significativamente al trionfo del Brasile.
Il suo gol più memorabile arrivò forse nei quarti di finale contro il Perù: ricevendo un passaggio al limite dell’area, eluse due difensori con un dribbling secco e piazzò il pallone all’angolino più lontano, lasciando il portiere avversario immobile.
L’eredità di un eroe dimenticato
Nonostante le sue straordinarie prestazioni, Jairzinho rimane una figura relativamente sottovalutata nella storia del calcio mondiale. Dopo il ritiro, ha dedicato parte della sua vita a formare giovani calciatori, sperando di trasmettere la sua passione e il suo amore per il gioco.
Perché non è celebrato come altri grandi del suo tempo?
Forse perché ha giocato in un’era dominata da giganti come Pelé, o forse perché il suo stile di gioco, pur essendo spettacolare, era meno “teatrale” di altri. Tuttavia, per coloro che hanno avuto il privilegio di vederlo giocare, Jairzinho rimarrà sempre “il Furacão da Copa” (l’uragano della Coppa), un giocatore capace di cambiare il corso di una partita con una singola azione.
La sua eredità vive nei ricordi di quei momenti magici al Mondiale del 1970, dove un uomo ha dimostrato che, sul campo di calcio, tutto è possibile.
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La storia di Jairzinho è un promemoria potente che nel calcio, come nella vita, gli eroi non sono sempre quelli che ricevono più luce dei riflettori, ma quelli che, con dedizione e passione, lasciano un’impronta indelebile.